Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell'Università del Texas Southwestern pubblicata su Cell Metabolism
Un segnale di stress ricevuto dal cuore direttamente dalle cellule adipose (una sorta di Sos) potrebbe aiutare a proteggere dai danni cardiaci indotti dall'obesità. A dirlo è uno studio condotto dai ricercatori dell'Università del Texas Southwestern pubblicata su Cell Metabolism. Questa ricerca potrebbe aiutare a spiegare il "paradosso dell'obesità", un fenomeno notato tra gli obesi che hanno migliori prognosi di malattie cardiovascolari a breve e medio termine rispetto ai magri. Questa condizione, però, si ribalta a lungo termine. Clair Crewe, tra le ricercatrici dello studio, spiega che lo stress metabolico dell'obesità rende gradualmente disfunzionale il tessuto adiposo, causando la riduzione e la morte dei suoi mitocondri, gli organelli cellulari che generano energia. Questo grasso perde la capacità di immagazzinare i lipidi generati dalle calorie in eccesso nel cibo, avvelenando altri organi attraverso la lipotossicità. Alcuni organi, compreso il cuore, sembrano avere una difesa preventiva per proteggersene.
Variante forse legata al funzionamento dell'ipotalamo
Benefici ottimali facendo 6-10 piani a piedi al giorno
Diretto da Maria Pia Hospital, in collaborazione con l’Ospedale Maria Vittoria dell’ASL Città di Torino, il convegno propone interventi live da tutto il mondo, numerosi simposi e letture magistrali tenute dai più grandi esperti mondiali di cardiologi
Un elettrocardiogramma (Ecg) intelligente è stato in grado per la per la prima volta di identificare pazienti ospedalizzati, ma ad alto rischio di mortalità
Variante forse legata al funzionamento dell'ipotalamo
Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”
La scoperta, che apre la strada alla ricerca di nuovi farmaci anti-obesità, è pubblicata sulla rivista Nature Metabolism dall'Università tedesca di Bonn e dall'Università della Danimarca Meridionale
Gli oppioidi sviluppano 'tolleranza', ovvero subiscono una progressiva riduzione dell'efficacia col rischio di doverne aumentare progressivamente la dose
Variante forse legata al funzionamento dell'ipotalamo
Lo conferma un nuovo studio presentato al congresso degli esperti della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip)
"Sì a chatbot purchè usati dal professionista in maniera autonoma"
SIMM, Società Italiana di Leadership e Management in Medicina: “Grande soddisfazione per aver contribuito a questo importante risultato”
Commenti